domenica 17 maggio 2015

24 MAGGIO

Era il 24 maggio del 1915, h 4.30, un proiettile austriaco stronca la vita di Riccardo Di Giusto, alpino, 19 anni e mezzo. Prima vittima Italiana di quello che sarà un conflitto bellico terribile. Ricorre il centenario di questa triste pagina, la miseria e la povertà furono scosse da un terremoto sconosciuto, irreparabilmente il futuro che ne seguì fu sconvolto. Il mondo iniziò a cambiare per sempre. Quegli uomini e donne, che molti di noi hanno conosciuto, hanno visto e attraversato questa guerra e anche la successiva; soffrirono privazioni e rinunce delle quali nemmeno loro stessi, benché nati e cresciuti nella miseria, immaginavano l’esistenza. Immaginate un ragazzo di 19 anni di allora e uno di oggi… cosa fu chiamato a difendere allora e cosa è in grado di sopportare oggi.
Non vuole essere retorica, ma la speranza venne puntata, allora come oggi, sui giovani: il domani è casa loro. Ma oggi quali sono le nostre responsabilità? In questi giorni difficili, di crisi e fatiche, di nuova povertà, mi torna in mente che a scuola ci insegnavano a ricordare; i nonni delle contrade ci ricordavano che tutto può finire di colpo. Non siamo più abituati a questo rischio, eppure capita anche oggi, d’un tratto, di perdere molto (in denaro o in diritti). Faccio appello al valoroso onore di quei giovani che ahimè non mi appartiene; faccio appello alla memoria di quei giovani eroi, che ignari di della loro sorte (quasi sempre infausta) andavano verso quel Piave, quell’Isonzo, quel Carso, quell’Adamello… andavano ritti e impavidi, a volte spaventati (perché no?), comunque andavano a prepararci la strada per il futuro di questa nostra Patria. Andavano a difendere il nostro Paese. Mi contento di ricordarli, di continuare a cantare le canzoni che a scuola non si insegnano quasi più, l’unico modo che conosco per non farli morire due volte.  W l’Italia .
“…il Piave mormorava calmo e placido al passaggio…  dei primi fanti il 24 maggio…l’esercito marciava per raggiunger la frontiera… per far contro il nemico una barriera… 
muti passaron quella notte i fanti… tacere bisognava e andare avanti!…“

Enrico