Era
il 24 maggio del 1915, h 4.30, un proiettile austriaco stronca la vita di
Riccardo Di Giusto, alpino, 19 anni e mezzo. Prima vittima Italiana di quello
che sarà un conflitto bellico terribile. Ricorre il centenario di questa triste
pagina, la miseria e la povertà furono scosse da un terremoto sconosciuto,
irreparabilmente il futuro che ne seguì fu sconvolto. Il mondo iniziò a
cambiare per sempre. Quegli uomini e donne, che molti di noi hanno conosciuto,
hanno visto e attraversato questa guerra e anche la successiva; soffrirono
privazioni e rinunce delle quali nemmeno loro stessi, benché nati e cresciuti
nella miseria, immaginavano l’esistenza. Immaginate un ragazzo di 19 anni di
allora e uno di oggi… cosa fu chiamato a difendere allora e cosa è in grado di
sopportare oggi.
Non
vuole essere retorica, ma la speranza venne puntata, allora come oggi, sui
giovani: il domani è casa loro. Ma oggi quali sono le nostre responsabilità? In
questi giorni difficili, di crisi e fatiche, di nuova povertà, mi torna in
mente che a scuola ci insegnavano a ricordare; i nonni delle contrade ci
ricordavano che tutto può finire di colpo. Non siamo più abituati a questo
rischio, eppure capita anche oggi, d’un tratto, di perdere molto (in denaro o
in diritti). Faccio appello al valoroso onore di quei giovani che ahimè non mi
appartiene; faccio appello alla memoria di quei giovani eroi, che ignari di della
loro sorte (quasi sempre infausta) andavano verso quel Piave, quell’Isonzo,
quel Carso, quell’Adamello… andavano ritti e impavidi, a volte spaventati (perché
no?), comunque andavano a prepararci la strada per il futuro di questa nostra
Patria. Andavano a difendere il nostro Paese. Mi contento di ricordarli, di
continuare a cantare le canzoni che a scuola non si insegnano quasi più,
l’unico modo che conosco per non farli morire due volte. W l’Italia .
“…il
Piave mormorava calmo e placido al passaggio…
dei primi fanti il 24 maggio…l’esercito marciava per raggiunger la
frontiera… per far contro il nemico una barriera…
muti
passaron quella notte i fanti… tacere bisognava e andare avanti!…“
Enrico