LA VOCE
Una ferita troppo dolorosa perché anche
un solo caso nella Chiesa è troppo. Lo sappiamo bene anche a Brescia,
soprattutto in questi giorni (circa il parroco di Corna di Darfo ndr). Nel
mondo la bomba dei preti pedofili esplose sul piano mediatico nel 2002, a
Boston.
L’inchiesta avviata dal quotidiano “The Boston Globe” fu durissima. Da
allora la risonanza mediatica fu clamorosa. La Chiesa Cattolica ad oggi è però
l’unica istituzione al mondo ad aver compiuto una lotta a tolleranza zero
contro la pedofilia. Non l’hanno fatta le altre chiese e religioni, tutte
pervase dalla pedofilia e con numeri in proporzione anche maggiori, non l’ha
fatta nessuna istituzione, né quelle sportive, né quelle sanitarie e neppure
quelle educative. … In Italia sulla base dei dati ministeriali (Censis) circa
lo 0,07% dei casi di pedofilia riguarda il clero: questa infatti la percentuale
di sacerdoti italiani condannati in 50 anni, mentre nella società civile
esistono invece 21 mila casi di pedofilia ogni anno. La lotta così radicale
della Chiesa Cattolica, voluta anzitutto da papa Benedetto XVI, è per questo
esemplare. L’ultima disposizione è di papa Francesco e riguarda la rimozione
dei vescovi negligenti ed omertosi. Insomma non possiamo abbassare la guardia.
Si, perché un prete pedofilo e abusante è un assassino dell’anima. Si, perché i
danni che le vittime subiscono sono incalcolabili. Si, perché il tradimento del
Vangelo è abissale. Si, perché la ferita colpisce indelebilmente la Chiesa e
tutto il suo presbiterio.
Adriano
Bianchi – Direttore “Voce del Popolo” 16 /6/2016
CAINO E LA SUA STORIA
GIOPPINO
“Giupì” è stato ospite a Caino più di una
volta. La celebra maschera bergamasca era raccontata con le sue storie nel
cortile di quella che era la trattoria del “Giardinetto” gestita da Maria
Minetta. Il cortile era situato ove oggi c’è la terrazza del Centro Sociale e
vi si accedeva, per l’occasione, da un grande portone, normalmente chiuso.
Nei paesi della nostra provincia l’arrivo dei
burattinai era un evento straordinario che interrompeva le abitudini
quotidiane.
Accovacciati in prima fila i bambini non si
perdevano una battuta delle storie raccontate, con occhi incantati guardavano i
burattini pronti a rotolarsi dalle risate alla minima occasione.
CONOSCENZE E
CURIOSITA’
PORTA BRUCIATA a Brescia
Porta bruciata si trova in fondo
ai Portici, in Piazza della Loggia: è l’antica porta romana sulla via di
Milano, di Bergamo e delle valli, sovrastata da una torre medioevale del XII
secolo. Il suo nome deriva da un incendio che deve averla colpita nel 1184
quando tutto il quartiere circostante ebbe a subire gravi distruzioni per le
fiamme.
Nell’alto medioevo, intorno alla
porta, grazie alla ricchezza di acqua del luogo, sorgevano concerie, tintorie,
mulini.
Nel 1433 gran parte della zona
venne abbattuta per lasciar posto alla rinascimentale Piazza della Loggia.
Almanacco Popolare Bresciano 1992
NOTIZIE PER LA FAMIGLIA
UN TRATTATO CHE RENDE IL CIBO MENO SICURO
Greenpeace Olanda ha pubblicato a
inizio maggio dei documenti segreti sul TTIP, il controverso accordo
commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea che avrebbe gravi ripercussioni
per l’ambiente e per oltre 800 milioni di cittadini.
L’obiettivo è quello di eliminare
le cosiddette “barriere” al commercio. Alcune di queste, le cosiddette
“barriere non tariffarie, riguardano standard sanitari e di sicurezza, norme
relative all’etichettatura o alla tutela dell’ambiente. Per esempio, l’UE non
permette le importazioni dagli USA di carne di animali trattati con ormoni
della crescita, pratica collegata a casi di cancro o altri problemi di salute.
Ma l’industria agroalimentare americana vede queste restrizioni come barriere
al commercio. Il TTIP potrebbe permettere l’accesso in Europa di molti più
prodotti geneticamente modificati e i cittadini potrebbero presto trovarsi a
mangiare carne con ormone della crescita, frutta e verdura ricca di pesticidi o
polli trattati con cloro.
Luca Iacoboni – Greenpeace Italia
Mentre scriviamo un altro
trattato segreto si appresta ad
essere approvato dall’UE senza l’approvazione dei parlamenti nazionali: il CETA
infatti ricalca alcune parti contenute nel TTIP, solo che, in questo caso,
l’altro contraente non è l’USA ma il Canada.
Il brutto è che il nostro
Governo, con il ministro Calenda in testa,
è uno tra i pochi a sostenere che i governi nazionali non devono avere
voce in capitolo, non devono obiettare ne protestare.
Ed è fin troppo palese
l’intenzione di far passare ad ogni costo il CETA come “cavallo di Troia” per la
successiva ratifica del TTIP.
Infatti il commercio del Canada
si basa principalmente sulle multinazionali degli USA quindi diventerebbe un
“precedente” di grande peso sulle trattative successive riguardanti il TTIP.
Angelo
PERSONALITA’
BRESCIANE
ATTILIO FRANCHI
Nasce a Brescia il 15 ottobre
1860 da Gaetano e Marietta Salvi. Di vecchia famiglia di commercianti del ferro
e di industriali della seta, poco più che ventenne e primo nato di 14 fratelli
fu alla direzione dell’azienda famigliare.
Nel 1886 iniziava a
Sant’Eustacchio con il fratello Camillo ed assorbendo il primo maglio, la prima
fonderia italiana per la fusione dei cilindri per i laminatoi, creando così
un’attività nuova accanto alla vecchia filanda. La fonderia, che ebbe il nome
“Fratelli Franchi”, si specializzò, prima fra tutte in Italia, nella fusione dei
cilindri per la nascente industria siderurgica.
Nel 1900, acquistando il brevetto
americano “Griffin” per la fusione di ruote per la ferrovia, Attilio Franchi
ampliò la sua attività industriale, che presto comprese anche settori
meccanici.
Nel 1915 assorbiva la “A.
Gregorini” di Lovere, poi la “Metallurgica Bresciana Tempini” ed altri
stabilimenti a Dalmine, Forno d’Allione, Ospitaletto e fece riattivare vecchi
alti forni nella Valle Seriana, di Scalve e di Lovere. Verso la fine della
prima guerra mondiale il gruppo industriale capitanato da Attilio Franchi
contava circa trentamila operai.
Nel contempo controllava anche la
fabbrica d’armi da caccia “Luigi Franchi”.
Nel 1918 fu tra i sostenitori più
decisi della ferrovia Brescia-Trento, lungo il tracciato Lago di Garda, Sarche,
Trento che però non venne realizzato. I così detti “profitti di guerra”
costrinsero il gruppo a ricorrere a finanziamenti bancari che finirono con
l’emarginarlo dalla Società insieme al fratello Camillo. Il complesso
industriale fu disciolto, le spoglie divise tra molti ed il suo nome eliminato
anche dalla denominazione della Società.
Si ritirò a Marone nel 1922 dove
riuscì a ricomperare la “Dolomite di Marone” che egli stesso aveva fondato per
produrre il materiale refrattario basico necessario al rivestimento dei forni
da acciaio.
Nel 1926 fondò, sempre a Marone,
la “Società Elettrografite” prima in Italia per la fabbricazione degli
elettrodi di grafite per i forni da acciaio ed ebbe poi il coraggio di
trasportare tutto il costosissimo impianto da Marone a Forno d’Allione per
avere energia elettrica a buon mercato.
Nel 1932, stanco di lottare
contro la crescente concorrenza americana e deluso dall’incomprensione dei
governi dell’epoca, concluse un accordo con la grande casa americana Acheson
che entrò come azionista di maggioranza della “S.A. Elettrografite di Forno
d’Allione”.
Ancora fervido di iniziative, a
73 anni, fonda a Marone una modernissima fabbrica tessile, la società “Feltri
Marone” per la produzione dei feltri di lana per cartiera.
Morì il 29 marzo 1939 a Marone
nella sua casa dentro lo stabilimento della Dolomite.
Enciclopedia Bresciana
NOTE PER LO SPIRITO
DAL SALMO 39
Eccomi, eccomi! Signore io vengo.
Eccomi, eccomi! Si compia in me la tua volontà.
E’ il ritornello della
canzone liturgica che si rifà al salmo 39 di Davide che si abbandona nelle
braccia di Dio.
Questa lode è
l’espressione più alta della fede in Dio Padre Onnipotente con conseguente
abbandono alla sua volontà.
E’ la sfida aperta
contro la morte terrena per la conquista della vita eterna. “Su di me (Dio) si è chinato; mi ha
accompagnato per farmi evitare la melma fangosa delle mie debolezze; mi ha
fatto capire cosa è bene e cosa è male facendomi poggiare i piedi sulla salda
roccia (della fede). Ora sono pronto Signore, vengo da te.”
SALUTE
STANCHEZZA, PALLORE, POCO APPETITO
L’ANEMIA «SOTTOVALUTATA
L’ANEMIA «SOTTOVALUTATA
Pallore, stanchezza, poco
appetito. Sono le «preoccupazioni delle nonne», spesso sottovalutate. Ma dietro
questi segnali ci può essere qualcosa degno d’avvero di attenzione. Se si
aggiunge la perdita dei capelli e la debolezza delle unghie, forse si soffre di
anemia, un disturbo banalizzato che invece può nascondere malattie dovute a
carenza di ferro, curabile, ma anche, in qualche caso, la spia di malattie come
celiachia, infiammazioni intestinali, renali, malattie di cuore e tumori. Per
questo clinici, farmacologi e ricercatori si sono riuniti a Verona dall’11 al
14 settembre per il congresso europeo sul metabolismo del ferro e richiamare
l’attenzione di istituzioni sanitarie e opinione pubblica sul tema carenza di
ferro, spesso causata dalle diete vegetariane sbilanciate.
«Basta un esame
emocromocitometrico per diagnosticare un’anemia da carenza di ferro- dice
Ovidio Brignoli, vice presidente Società italiana di medicina generale. Se
l’emoglobina è sotto i 12 g/dl, se il globulo rosso è piccolo (inferiore a
“75”) e la ferritina è scarsa, allora può essere opportuno sottoporsi a una
terapia per ristabilire i livelli del ferro. Se il trattamento funziona,
ritorna il benessere, ma se il disturbo rimane allora bisogna consultare uno
specialista e valutare se si tratta di celiachia, tumore gastrico,
mielodisplasia o una malattia infettiva».
Negli anziani
«L’anemia nell’anziano
rappresenta un problema molto comune, dato che la sua prevalenza aumenta
progressivamente con l’avanzare dell’età – dichiara Domenico Girelli, Ordinario
di Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Verona e Coordinatore
del locale Centro di Riferimento per le Malattie del Ferro - Ciò nonostante,
tradizionalmente vi è sempre stata una forte sottovalutazione del problema da
parte di medici, decisori istituzionali, e pubblico, che tendono a considerare
il fenomeno come un fatto “para-fisiologico” (in altri termini “normale”),
secondario ad altre malattie (infiammatorie, neoplastiche, renali, etc.), nella
cui diagnosi e cura si investono maggiori impegno e risorse. A meno che i
livelli di emoglobina circolante arrivino a valori allarmanti (sotto i 9-10
g/dl, considerando che i valori normali sono maggiori di 12-13 g/dl)». «Negli
ultimi anni – continua Girelli - una serie di evidenze scientifiche concordi
ha, invece, dimostrato che l’anemia nell’anziano ha di per sé un impatto
primario sulla qualità di vita, favorendo il declino delle performance globali
e cognitive e anche sulla stessa sopravvivenza.
Tratto da un articolo di Edoardo Stucchi – Corriere della Sera